Salvataggio non riuscito
Tre volte a settimana veniva la signora delle pulizie, all’alba, quando ancora non c’era nessuno, e i soci pretendevano che lei puliva in due ore tutta l’azienda, era ovviamente impossibile, faceva quel che poteva, tra cui i bagni, sempre.
Quella mattina, oltre a Rasputin, e il Grigio che sarebbe venuto nel pomeriggio, la mattina venne un’affitta stanze con dei propri clienti un po’ adulti ed era abbastanza plausibile che magari non avessero centrato la tavoletta del gabinetto, allagando le mattonelle con del piscio azzeccoso.
-È compito tuo vedere se la donna delle pulizie fa il suo lavoro! Devi controllare che tutti gli angoli siano spolverati, guarda lo schifo in questo bagno, ti sembra presentabile? –
Feci un gran respiro prima di rispondere -Rasputin, stamattina è venuto un affitta stanze con persone particolarmente adulte, probabilmente è stato uno di loro… –
-Ma cosa insinui? Scellerata! Fai venire immediatamente la donna delle pulizie, dille che se non viene immediatamente a pulire, la licenzio! Capito? –
Si chiuse dentro la stanza con un suo cliente.
È pazza! Non guarda in faccia neanche all’evidenza, come faccio a dire alla signora delle pulizie che se non viene subito sarà licenziata? Col cazzo, piuttosto pulisco io!
Mi armai di santa pazienza, candeggina, stracci per lavare a terra, sanificante per i pezzi del bagno.
Vai Zeta, è come farlo a casa, o quasi!
Lavai il bagno in ogni angolo, qualsiasi superficie, profumava di pulito e candeggina, con tutte le mie forze provai a non far licenziare la donna delle pulizie, lo trovavo infinitamente ingiusto e senza senso; non aveva mai rubato e si caricava perfino la spazzatura differenziata male, ma tanto Roma, sotto questo punto di vista, era quasi peggio di Napoli.
Una volta che Rasputin mise di nuovo il naso fuori dalla sua stanza, le feci presente che avevo risolto il problema in bagno e che la signora non poteva venire in presenza, a quell’ora, improvvisamente, siccome era ovviamente a lavoro.
Avevo osato sfidarla, ne sarei uscita viva ma acciaccata; voleva licenziarla, non c’erano santi né madonne che potessero farle cambiare idea. Passò davanti alla porta del mio tugurio dritta come un treno, con i pugni chiusi e un’espressione cattiva; entrò come una furia nella stanza del Grigio, gridava così forte che io potevo ascoltare chiaramente ogni parola.
Perfida.
Naturalmente venni chiamata dal Grigio a cui spiegai tutta la vicenda, sottolineando che la mattina c’era stato un affitta stanze con clienti anziani e che non era mai successo di trovare il bagno in quelle condizioni, lui fu molto più comprensivo e disse che non avrebbe licenziato la signora.
Io ero così felice che per il corridoio saltellavo e istintivamente mandai a fanculo con il braccio la negatività, la tirannia, l’ignoranza, ma cantai vittoria troppo presto, alla fine le pozioni e i malefici di Rasputin ebbero la meglio e riuscì a soggiogare anche quel briciolo di buon senso che aveva cacciato il Grigio, licenziarono la signora.
Che chiavica di persona, la immagino dimenarsi a terra mentre scalcia e batte i pugni come una bambina vinta e viziata da morire, come si fa a non avere un poco di umanità?
