Fondo
Ho attraversato un momento di difficoltà.
Ci sono state giornate in cui io e C. siamo rimbalzate tra moglie e marito, tra Rasputin e Grigio, come se loro fossero due tennisti e noi le palle lanciate su campi di erba e poi terra a distanze disumane.
Può davvero essere possibile che ci si avvale della facoltà di far parlare un terzo soggetto con tuo marito per chiedergli se a cena desidera mangiare la pasta fredda, una fettina di carne oppure il minestrone, che tanto odia?
Non solo, una volta ottenuta una risposta magari lo devi anche scrivere alla domestica.
Pensa a quella poverina, che deve subire le loro ire più di te! Se lei resiste puoi farlo anche tu!
A quale scopo? Ancora me lo chiedo e di più mi chiedo perché non li mando a fanculo! Ma una risposta me la sono data: lo stipendio è ragionevole e una volta imparato ad entrare nella bolla e diventata strafottente, che comporta che io faccia lo stretto e necessario, senza attivare il mio cervello per risolvere problemi non connessi strettamente alla mia persona, è fatta! Si sopravvive! Continuo a ripetermi che non è il lavoro della mia vita, che io qui, in questo tugurio che sembra un forno crematorio d’estate, non ci devo mica morire.
Ad un certo punto mi sono perfino sentita fortunata perché i miei piani stavano per andare in fumo, a causa di un contratto non rinnovato al Grigio, si perché Rasputin è quella che grida ma in fondo conta poco, saremmo tutti morti, senza scialuppe di salvataggio e il “capitano” sarebbe stato il primo ad abbandonare la nave per salvarsi la pelle.
Insomma ho rischiato un licenziamento prematuro, che sarebbe avvenuto per forza maggiore, a causa della forzata chiusura dell’azienda.
Il Grigio ha senza dubbio le mani in pasta con qualche potente e deve aver pestato i piedi di qualcuno che a sua volta ha iniziato una guerra silenziosa facendogli saltare una miriade di contratti con i suoi clienti al punto che mi aveva comunicato che, se non avesse trovato una repentina soluzione, sarebbe andato a fondo e con lui le quattro mura asettiche e io. Rasputin non mi prenderebbe mai a lavorare davvero per qualcosa di solo suo, quindi mi sarei ritrovata con le chiappette ammollo.
Ho mandato preventivi e cercato clienti come se fosse il mio obiettivo, nella speranza che qualche malcapitato potesse farci risalire in quota, undici giorni di agonia, non facevo neanche in tempo a mettere un piede nel mio tugurio che il cellulare vibrava, il Grigio voleva sapere se ci fossero novità.
Un giorno in particolare ho dovuto chiedere aiuto ad S.C. ed L. -Ragazze vi prego, aiutatemi con quello che comanda Rasputin, io non riesco a stare indietro anche a lei! – mi aiutarono a scrivere tutte le notizie rilevanti, mentre io continuavo la disperata ricerca sotto i suggerimenti del Grigio.
Mi dovetti anche sentir dire -Non fai nemmeno più il tuo lavoro? Devo farli accomodare io i miei clienti? – Rasputin mi diede così tanto fastidio che le dovetti gridare -Manca un minuto! – mentre tra i denti dicevo Cogliona!
Mi sentivo svuotata, al punto che le parole della mia fidanzata facevano eco nella mia mente senza trovare la forza di poterle rispondere.
Finalmente il Grigio mi chiama per darmi una buona notizia -È fatta, non sei licenziata! – io dalla felicità che quell’agonia fosse terminata mi sono sbilanciata dicendogli che lunedì avrei portato dei pasticcini, a lui piacciono i dolci.
Avevamo empatizzato per non suicidarci con pensieri negativi, lui avrebbe perso una nave da crociera piena di falle e io il mio piccolo ma dignitoso impiego.
