Brevi manu
Oggi è arrivato il contratto di lavoro, l’ho letto tutto un paio di volte.
La retribuzione non è corretta, manca un quarto dell’importo rispetto a quanto riportava l’annuncio e rispetto a quanto detto da Giorgio in presenza di Rasputin il giorno del colloquio.
Come mai? Mi vogliono fregare? Perché nessuno mi ha avvertita?
Vagano parecchie domande nella mia mente senza ricevere risposta, per il momento.
Chiamo Giorgio e gli spiego la situazione inviandogli il contratto di lavoro, non conosce il motivo per cui ci sia questa variazione economica e mi dice che chiamerà la consulente del lavoro.
Nel frattempo inizio a farmi una cifra di paranoie e conti.
Così la continuo a sognare una casetta mia. Spero ci sia una spiegazione e soprattutto una soluzione.
Mi sento nervosa, scocciata, ansiosa, pure triste e anche un po’ presa per il culo per la verità.
Vado a disturbare S. e C., non ho ancora capito quanto posso chiacchierare con loro. Vorrei fidarmi ma non posso, almeno non ancora. Fondamentalmente non ho ancora capito a pieno il loro ruolo qui.
Sono assunte entrambe con un contratto a partita IVA, perché sono laureate e vengono pagate tipo per prestazioni, non sono troppo chiare a riguardo. C. spiega che per un periodo di tempo ha ricoperto il mio stesso ruolo e mi ha confermato che prendeva la cifra riportata sul contratto.
-Ma non è possibile! A me è stato detto altro, c’era anche Rasputin e non firmo se i soldi non sono quelli!
-E Rasputin ha confermato? – chiede S. seria.
-Cosa cambia? Era lì, possibile non abbia ascoltato? Questa è una cosa onestamente assurda.
Ascoltano il mio sfogo dicendomi che ho ragione ma senza poter fare altro, non capisco se mi stanno solo assecondando. Mi sembra tutto difficile, non lo so più se ci riesco, se ho la forza.
Ma io con chi devo parlare per risolvere il problema? A chi devo rivolgermi? Devo aspettare.
Quanto vorrei che fosse tutto più semplice, vorrei alzare il telefono e chiamare i miei genitori per dirgli che è tutto apposto.
Dopo quasi tre ore Giorgio mi fa sapere che ha parlato con la consulente del lavoro. Per far risparmiare i due soci, forse miei futuri datori di lavoro, mi ha fatto un contratto con assunzione da apprendista, siccome precedentemente non mi era mai stato fatto e fortunatamente per loro non ho ancora compiuto 30 anni.
Cosa?
-Non preoccuparti, mi confronto io con entrambi i soci per capire come risolvere. Magari decidono di optare per brevi manu.
Cerca di rincuorarmi Giorgio e attacca il telefono dicendomi che mi avrebbe fatto sapere a breve ma io poco ci credo. Cammino avanti e indietro nel mio tugurio. Ripenso a quanto mi ha appena riferito naso importante. Non sono certa di cosa ha voluto intendere con l’ultima frase. Gioco il jolly e chiedo subito alle ragazze cosa diavolo poteva significare “brevi manu”.
-Intendeva sicuramente che il resto te lo daranno cash, a nero insomma. Ogni tanto gli piace utilizzare termini tecnici, stiamo ancora cercando di capire se è proprio coglione o semplicemente gli piace sembrare più intellettuale di quello che è.
Dice C. sorridendo.
A me andava bene anche così onestamente. In un modo o nell’altro volevo quello che mi spettava.
La giornata termina senza avere conferme. È un vizio o sono solo disorganizzati?
Non lo so. Non so niente al momento.
Vorrei correre e correre per stancarmi, per non pensare ancora e sempre alle stesse cose.
Sono in metro, arrabbiata, con questa faccia di c***o che odio con gli angoli delle labbra scesi.
In piedi, di fronte a me, due ragazzi si tengono per mano sfidando la schiera di suore sedute sui sediolini arancioni della metro.
Sfidano i pregiudizi, la gravità.
Li ammiro. Sorrido. Meno male che c’è chi se ne frega del giudizio degli estranei.
