Ansia
In un paio di giorni ero riuscita ad avere un preventivo di contratto con la compagnia Rossa, lo avevo sottoposto all’attenzione del Grigio, dopo averlo scrupolosamente letto come se dovessi cambiare gestore telefonico a casa dei miei suoceri.
Finalmente aveva deciso che potevo proseguire con l’attivazione dell’offerta.
I gestori telefonici vogliono un riconoscimento vocale da parte del titolare dell’azienda, devono fare alcune domande per avere la conferma che non sia una truffa.
A me piacerebbe tantissimo fargli presente che se io fossi stata uomo avrei potuto tranquillamente rispondere a tutte le domande di rito, ma andiamo avanti.
Una volta contattata l’azienda Rossa e passato la chiamata al Grigio che aveva risposto ad un interrogatorio senza ispettore, era fatta!
Feci un sospiro di sollievo non sospettando che l’annientamento psicologico era dietro l’angolo.
Giorno x: la società Rossa ci lascia senza linea, quando da contratto dicevano che “non ci sarebbe stata alcuna interruzione di servizio”, li avevo contattati dodici volte, ormai conoscevo a memoria la sequenza di numerini da comporre per riuscire a parlare con un essere umano che a sua volta mi passava un tecnico e mi ripeteva che avevano aperto una segnalazione e che altro non potevo fare se non aspettare l’intervento fisico di uno specialista inviato a risolvere il problema.
Nella mia stanza tugurio mantenevo il capo diventato strapesante con i mostri dell’ansia che mi martellavano il cervello, non riuscivo a fare niente altro.
Avevo una paura matta di essere licenziata, avevo il terrore di aver commesso un grande errore, ma non dipendeva da te, hai solo eseguito gli ordini nel migliore dei modi. In un momento di silenzio assoluto, la vibrazione del mio cellulare mi fece sobbalzare, con il cuore già in gola per lo spavento, alla vista del nome il panico mi aveva sovrastata in un secondo; era Rasputin.
-Ma come ti sei permessa di cambiare la linea telefonica senza consultare nessuno? Adesso non funziona niente, la società si trova nel blackout più totale a causa tua! Chiama il gestore telefonico Rosso, fai qualsiasi cosa ma risolvi il problema entro due ore fa! Hai capito? Mi comprendi? –
Gridava così forte che non smisi un momento di avere la tachicardia, neanche la mia famiglia aveva mai gridato così con me, neanche per tutte le volte che avevo combinato casini. Ero inerme e avrei solo voluto sparire, fuggire, le avrei voluto attaccare quel cazzo di cellulare in faccia e bloccare il suo contatto per non essere mai più richiamata.
-Perché non hai chiesto ai commercialisti, a Giorgio oppure al Grigio se potevi fare un cambiamento del genere prima di farlo? Che diavolo ti dice il cervello? Dai rispondi! –
-Il Grigio me lo aveva chiesto e ho fatto leggere a lui prima di…
-Bugiarda! Il Grigio me lo avrebbe detto, mi avrebbe consultato, adesso lo chiamo subito e se hai mentito te la farò pagare! Ricorda questo che ti ho appena detto, non mi lascio certo prendere in giro da una come te, da un incapace totale che non è altro che una semplice Zeta! –
Staccò la chiamata senza salutare, senza ascoltarmi, lasciandomi nel panico più totale, completamente al buio e non sapevo cosa fare, speravo soltanto che il Grigio dicesse la verità.
I due soci si erano interfacciati ma Rasputin non mi chiese mai scusa per i modi barbari che aveva avuto nei miei confronti, calpestando la mia persona, i miei principi.
Il problema del gestore Rosso era risolto, ma, fatalità, nello stesso momento del cambio gestore era sorta un’altra problematica, un guasto alla centralina. L. mi aveva suggerito di chiamare un tecnico di loro conoscenza, una persona squisita (esistono ancora), mi aveva spiegato in termini per me arabi cos’era successo e mi aveva assicurato che non dipendeva dal cambio gestore. Aveva provato a rassicurarmi più volte ma io continuavo a tremare come una foglia, avevo gli occhi gonfi di lacrime, in ansia, avevo pagato personalmente l’intervento, volevo solo risolvere tutto, volevo che finisse tutto.
Quei soldi non li ho mai più recuperati.
Grazie per aver mantenuto e mantenere il segreto.
Scusa Zeta, meriti le mie scuse.
