Nemico
Le feste natalizie erano volate lentamente, mio padre era andato a trascorrerle fuori, da Yuri bloccato per il lavoro, successivamente sarebbe venuto da me a capodanno, anzi si sarebbe fermato a casa dei miei suoceri per poter stare insieme.
Io ed R. per non separarci il giorno di Natale, data la situazione con papà, avevamo pensato di chiedere, ai miei suoceri, se fosse possibile invitare mamma per il sontuoso pranzo. Ovviamente mia madre venne col treno e un ricorrente dolore alla pianta del piede destro, ma volle andare a Piazza San Pietro, per la messa del papa, che non riuscimmo a vedere, dato che era tutto bloccato; una folla incredibile, controlli a go go, insomma, nella Piazza per scattare il selfie mettemmo piede quando tutto era terminato. Era passata l’una quando ci rendemmo conto che le metropolitane avrebbero fatto una pausa di due ore.
Cazzo! Adesso sicuro mia suocera romperà le palle con questo fatto perché dovremo andare di corsa.
Un taxi non lo riuscimmo a reperire manco volendo, trascorsa un’ora in cui mia madre si lamentava del piede, finalmente arrivò mio suocero che da quel giorno poteva diventare santo.
Soliti saluti arlecchini, che mia madre non sopporta quanto me, e ci sedemmo a tavola alle ore 15.00, calcolando che mamma aveva il treno alle 19.00, fu tutto una corsa!
Devo resistere al lavoro, non demordere, perché io voglio una casa, anche minuscola, ma mia, in cui poter ospitare i membri della mia famiglia quando voglio, questa situazione in cui, avverto che, pare di camminare sulle uova, che sono ospite e i miei genitori vengono ospitati a nome mio. Basta.
I tre giorni in settimana lavorativi, lavorai; ero praticamente sola nell’azienda, così sola che la mia voce mi sembrava facesse l’eco, sbattendo contro le pareti e tornando a me.
Grigio e Rasputin erano da qualche parte in montagna, S. e C. ne approfittavano lavorando in smart working, gli affitta stanze era ovvio che non venissero a lavorare. Insomma ero nella desolazione più totale, rispondevo ai clienti, leggevo le mail, il solito, quando avrei potuto tranquillamente trascorrere quei giorni serenamente con la mia fidanzata, magari a Napoli, da tutti i parenti che mi ero persa.
Proviamo a vedere il lato positivo, almeno non c’è nessuno a gridarmi in testa e a sottolineare che non sono capace a fare nulla.
Piccola, amara consolazione.
Eravamo entrati nel mese di gennaio e venni a conoscenza dell’assunzione di un nuovo membro del cast di Rasputin, io non mi reputavo una di loro perché non venivo trattata allo stesso modo. Giusto per chiudere la parentesi ferie natalizie, io avevo contribuito a fare i regali per entrambi i soci ma solo il Grigio mi fece un pensiero economico, gradito.
Insomma il nuovo membro si sarebbe insediata al mio posto, nella stanza di S. e C., all’ora della tisana e dei biscottini.
Atroce, ho trovato un equilibrio e due persone che mi ascoltano, e che a me ci tengono, e adesso praticamente non potrò più sfogarmi e ridere di racconti perché sta arrivando una tizia “x” di cui certo non posso fidarmi.
Eccoci alle presentazioni – Piacere, F. – nella mia mente immaginai una presentazione totalmente diversa.
Piacere io sono la snob, ricca, stronza e bionda che ti sta fregando la compagnia delle uniche amichette che hai.
Seguita da una risata irritante che raggiungeva alti decibel.
Mi sta già sul cazzo.
